Firenze

Andare in bici al lavoro eviterebbe 80 morti e 550 casi di diabete

Uno studio dell’università sull’impatto sanitario se il mezzo fosse scelto da uno su quattro

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Mezz’ora al giorno per andare a scuola o in ufficio, un quarto d’ora all’andata e uno al ritorno. Ai fiorentini basterebbe questa assai poco faticosa abitudine per ottenere, nel lungo periodo, grandi vantaggi per la salute. Non un generico benessere ma un effettivo calo delle malattie. Cioè 550 casi di diabete di tipo 2, 100 infarti, 100 ictus e 80 morti premature in meno in dieci anni. Numeri che tra l’altro sono destinati a salire con il passare del tempo. E nel frattempo il sistema sanitario risparmierebbe 770mila euro all’anno per un totale di 7 milioni e 700 mila nel decennio. E’ stata una ricercatrice fiorentina che si sta specializzando in igiene, Cristina Taddei, a calcolare i dati in uno studio che nei prossimi giorni verrà pubblicato da una importante rivista medica internazionale. Lo ha realizzato insieme al dipartimento di prevenzione della Asl di Firenze, all’Agenzia regionale di sanità e all’Università.

Il lavoro scientifico si concentra su alcune malattie, ma nel testo si fa notare come un aumento dell’uso della bicicletta farebbe diminuire anche il traffico, e quindi gli incidenti e l’inquinamento. Altri malati, feriti e morti in meno ogni anno. E inoltre sottolinea come ci siano dei lavori inglesi che mettono in relazione l’uso delle due ruote con il calo di alcuni tumori, ad esempio quello della mammella e quello del colon, ma anche di alcune malattie croniche come depressione, demenza e ovviamente obesità.

A Firenze, secondo i dati dell’Istat, adesso usano la bicicletta per andare a lavorare o a scuola appena il 7,5% delle persone sopra i 15 anni, contro il 36% di coloro che usano la macchina e il 19 di quelli che preferiscono lo scooter. Per l’appunto il tempo trascorso in sella dai ciclisti è in media di 33 minuti. Eppure la città sarebbe adattissima per chi sceglie il mezzo non inquinante. «E’ prevalentemente in pianura - scrive Cristina Taddei - a parte le colline che iniziano nelle aree periferiche. Ha una temperatura media di 14,9 gradi con una minima di 9,3 e una massima di 20,5. E, secondo i dati del Lamma, vede la pioggia per 88 giorni all’anno. Inoltre non è grande, la metà delle persone impiegano meno di un quarto d’ora per arrivare al lavoro o a scuola».

Nella ricerca si fanno due stime di incremento. La prima porta la percentuale di chi usa la bici dal 7,5% al 17%, cosa che succederebbe se un quarto degli automobilisti e scooteristi passassero al mezzo ecologico per i tragitti più brevi e il 15% per quelli più lunghi. La seconda è di un incremento fino al 27%, non un dato irraggiungibile, bensì una percentuale simile a quella di altre città italiane, ad esempio dell’Emilia Romagna. E siamo ben distanti da Amsterdam, che raggiunge il 38%. In questo caso la metà di coloro che vanno in macchina o in motorino dovrebbero cambiare abitudini quando fanno viaggi da meno di un quarto d’ora. Nella seconda ipotesi ovviamente si avrebbero i benefici maggiori per la salute dei cittadini. Ci sarebbero meno infarti e meno ictus e le diagnosi di diabete di tipo 2 diminuirebbero. Il tutto con uno sforzo minimo, quello di pedalare per un quarto d’ora in pianura tra casa e lavoro la mattina e la sera. Non trattandosi di un’attività fisica particolarmente intensa, gli effetti non si vedrebbero subito, ma dopo almeno tre anni dal cambio delle abitudini. Ma sempre per lo stesso motivo poi andranno a crescere inesorabilmente. E intanto scenderebbe la spesa sanitaria. Si stima che per ogni persona che decide di usare la bici per andare in ufficio il sistema risparmi 230 euro. Sono i soldi che servono a curare le persone che si ammalano di problemi importanti o gravi.

Via via che i cittadini inizieranno a cambiare lo stile di vita, l’aumento dell’uso della bicicletta diventerà esponenziale. Infatti il 14% dei fiorentini che non si sposta con le due ruote sostiene che la colpa è del troppo troppo traffico, ma questo calerebbe proprio perché le persone decidono di lasciare auto e scooter a casa. Un cane che si morde la coda. Non bisogna poi sottovalutare il problema strutturale. Firenze è ancora distante dall’essere una città a misura di ciclista. E infatti il 7.5% di fiorentini che non sale sulla bici lo fa perché gli itinerari sono difficili o scomodi e il 4,7% perché mancano le piste ciclabili. Lo studio scientifico rende chiaro che queste infrastrutture non servirebbero solo a rendere gli spostamenti più semplici ma avrebbero conseguenze importanti sullo stato di salute dei cittadini, e pure sulle casse del sistema sanitario. Tanti vantaggi grazie a qualche lavoro nelle strade e a due ruote spinte con dei pedali.